Questo ciclo di articoli presi dal popolare periodico sportivo americano “Sports Illustrated”, è dedicato agli anni difficili del Soccer Usa partendo dagli errori che portarono alla fine della NASL ed al conseguente decennio buio che terminò con Usa ’94.
Gli anni difficili del soccer: espansione e hybris (peccato di superbia e sfida agli dei)
La prima puntata ci riporta al 27 Marzo del 1978 a seguito di un articolo sull’espansione della NASL da 18 a 24 squadre firmato dal popolare giornalista J.D. Reed intitolato “Keep the ball rolling”. Pélé è andato via pochi mesi prima ma altri campioni sono arrivati a calcare i campi di turf della lega, l’ottimismo è il clima dominante, erano anche gli anni ’70 quando sembravano reali anche le utopie, ma non mancano le perplessità su quanto questa espansione sia forse stata troppo frettolosa, e purtroppo la storia darà ragione agli scettici visto che proprio quella mossa azzardata voluta sia da Phil Woosnam, commissioner della lega, che da tutti i proprietari delle franchigie sarà una delle cause della fine della NASL. In questo spaccato dell’epoca si può anche capire un’altra causa della fine di quel circo che era la massima lega pro soccer di allora, vale a dire il tipo di investitori che erano stati attirati dalla moda del momento, il soccer che veniva chiamato “lo sport degli anni ‘80” e del quale addirittura Howard Cosell parlava come il prossimo major sport americano, persone senza esperienza manageriale né conoscenza dello sport così che dopo pochi anni e svariati miloni di dollari sprecati lasciarono la NASL altrettanto velocemente come ne erano entrati a far parte, ma del senno di poi….
I Detroit Tigers stavano oziando vicino la piscina dell’Holiday Inn di Lakeland in Florida durante un recente pomeriggio primaverile baciato dal sole, giocando a backgammon o cogliendo appieno l’essenza dell’allenamento primaverile quando uno dei giocatori guardò dal suo lato e disse :”Ma quelli chi sono?”.
Da un campo polveroso arrivò un gruppo di uomini sudati con gli stessi colori dei Tigers ma vestiti in tenuta calcistica invece che con uniformi da baseball. Ripose un altro giocatore: “Sono gli Express”.
“Chi?” chiese ancora il giocatore, gli venne risposto : ”I Detroit Express, la nuova squadra di calcio della città, si allenano qui e staranno nel nostro stesso albergo”. Il primo giocatore concluse: “Anche loro si allenano in primavera? Che io sia dannato”.
L’allenamento primaverile è uno dei punti di riferimento per capire di dove sia arrivata la North American Soccer League e di come si stia preparando per la sua dodicesima stagione che inizierà la prossima settimana. Non solo la lega si è costruita il proprio circuito con squadre come Toronto, Detroit e Minnesota accampate in Florida ma ne ha altre che addirittura si stanno allenando all’estero. I campioni della scorsa stagione, i Cosmos hanno effettuato un tour ai caraibi, la stessa cosa ha fatto Chicago mentre Philadelphia si è allenata in Irlanda. Sotto al guida dell’indefesso commissioner Phil Woosnam la lega ha anche aggiunto delle nuove franchigie a Detroit, Memphis, Philadelphia, Colorado, Houston e New England. Oltre a queste quattro team di scarso successo sono stati spostati, Connecticut a Oakland, Hawaii a Tulsa, St Louis ad Anaheim e Las Vegas a San Diego. Se a questo si aggiunge un riallineamento delle squadre in due conference di tre divisioni ognuna ecco la NASL (pronunciata “nasal” dagli addetti ai lavori). E quel che sembra è che sia in rapida crescita ma tutto questo potrebbe svanire presto come un’abbronzatura al sole della Florida. (come poi fu –ndr-).
Questo sarà un anno cruciale per il soccer negli Usa. L’anno scorso questo sport ha ricevuto massiccia attenzione da giornali e televisioni e stadi pieni da un lato all’altro dell’America. A capo di tutto questo c’era Pélé. Alcuni appassionati di soccer affermano che l’effetto di Pélé sulla crescita della lega è stato sopravvalutato, che semplicemente era arrivato il momento per questo sport. Potrebbe essere ma Pélé ora si è ritirato, cooptato nel paradiso della Warner Communications in veste di “ambasciatore” dopo aver rifiutato un offerta di 10 milioni di dollari per giocare ancora due stagioni coi Cosmos. La domanda è: continuerà a girare la palla senza di lui?
Nel 1977 la NASL ha battuto tutti i suoi precedenti record di affluenza portando più di 70000 persone Meadowlads nel New Jersey per vedere Pélé ed ha riempito gli stadi a Seattle, in Minnesota, a San Jose e Dallas. Per la stagione 1978 le vendite dei biglietti sono in aumento quasi ovunque. In questo periodo l’anno scorso i Cosmos avevano venduto appena 3000 abbonamenti, quest’anno sono a quota 18000, San Jose ne ha venduti già 12000 e Minnesota 11000.
La grande macchina americana dell’intrattenimento ora in prestito alla NASL è sotto sforzo per consegnarci un’altra stagione all’insegna delle trovate variopinte ed insolite che hanno aiutato a far crescere l’interesse per questo sport in città come Tampa, Dallas e Minneapolis. Quest’anno i Washington Diplomats annovereranno in formazione uno zulù, Andries “Six Lights” Maseko, un’ala che seguendo un antico rituale si raserà la testa prima di entrare in campo. A Oakland gli Stompers, che hanno un nome che richiama allo schiacciare gli acini per fare il vino, avranno uno scimpanzé che si dondolerà sulle porte e un gruppo di cheerleaders chiamate le Corkcoppers.
L’ottimismo è all’ordine del giorno, anche se qualcuno ha le sue perplessità come l’allenatore e presidente dei Minnesota Kicks Freddie Goodwin: ”L’espansione è stata troppo veloce e troppo grande, avrei voluto fosse avvenuta in modo più graduale, pone un fardello pesantissimo sul numero delle partite, sulle squadre e sul parco giocatori americano, è una situazione pericolosa”. Dovrebbe essere ricordato anche che l’anno scorso solo Minnesota e Seattle hanno chiuso col bilancio in attivo e che solo la metà delle 18 squadre presenti superava i 10000 spettatori casalinghi.
L’American Soccer League, la parente povera della NASL ha aggiunto due squadre aumentando così a 10 squadre il proprio campionato, ciononostante il commissioner Bob Cousy rimane cauto: ”Anche noi abbiamo registrato un aumento dell’affluenza rispetto allo scorso anno e penso che sia un riflesso dell’interesse verso Pélé, ma onestamente mi domando se la situazione si stabilizzerà o se peggiorerà leggermente”.
Con 24 squadre tutte con gli occhi puntati verso l’Inghilterra la English Football League ha temporaneamente congelato i trasferimenti dei calciatori negli Usa. Le squadre inglesi hanno raddoppiato i prezzi. I Cosmos hanno acquistato dal Manchester City l’ala Dennis Tueart per una cifra vicina ai 500.000 $, un record per un giocatore inglese. Durante l’ultimo draft invernale in stile NFL organizzato dalla NASL, le squadre hanno messo sotto contratto 65 universitari e 16 ragazzi delle scuole superiori perché obbligate dalle nuove regole che richiedono che almeno due americani devono scendere in campo. L’anno scorso l’obbligo era di uno per squadra e nel 1980 salirà a tre.
Una bella risposta alla domanda se la palla continuerà a girare è un sonoro “Probabilmente” del presidente dei Chicago Sting Clive Toye, l’uomo che ha portato Pélé e Beckenbauer ai Cosmos. “Ci mancherà Pélé dal punto di vista emotivo ma la sua dipartita non avrà effetti sul soccer ora”. Shep Messing che l’anno scorso difendeva la porta dei Cosmos quest’anno ha firmato per Oakland e afferma :”Pélé ha dato credibilità ai Cosmos, i Cosmos l’han data alla lega, e adesso camminiamo con le nostre gambe, non ho nemmeno paura di lasciare New York, semplicemente il momento (per il soccer) sta arrivando”.
Sta arrivando ma non così semplicemente ed automaticamente. Negli uffici della NASL di New York il commissioner Phil Woosnam riflette curvo sulla montagna di carte che lo obera di lavoro. L’organico della lega annovera 27 impiegati ora, una bella differenza rispetto ai soli 3 di pochi anni fa :”Ora capisco come si sentiva Pete Rozelle ( storico commissioner della NFL – ndr- ) nei primi anni ‘60” singhiozza “E’ come guidare un’astronave, se Pélé ci ha fatto balzare all’attenzione dei media ora dobbiamo far si che continuino a seguirci. La nostra priorità assoluta è un contratto televisivo per una partita settimanale dal 1979 ed essere trasmessi sulle tre reti nazionali dal 1980”.
Quest’anno la TVS, un consorzio indipendente di più reti locali, trasmetterà sei partite di campionato, più due dei play-off ed il Soccer Bowl ’78 il 27 Agosto in diretta nazionale.
“L’espansione e gli spostamenti di franchigie sono cose pensate con una sola idea in testa, coprire i maggiori mercati televisivi nazionali” afferma Goodwin da Minnesota. La lega ora somiglia molto al mercato dei sogni di Roone Arledge. Ogni squadra giocherà un totale di 30 partite, quattro in più della scorsa stagione e 16 squadre si qualificheranno per i play off, garantendo così adrenalina ed agonia in puro stile americano.
Per ragioni che forse hanno a che fare con la dinamicità del business calcistico, molti dei nuovi detentori di franchigie NASL vengono dal mondo della musica. Paul Simon, Mick Jagger, Peter Frampton e Rick Wakeman sono quattro dei diciassette proprietari dei Philadelphia Fury, ed hanno soldi da investire. Jim Guercio, comproprietario dei Colorado Caribous è un produttore di musica rock ed ex manager della band Chicago. Elton John ancora investe negli Aztecs di Los Angeles e ad Oakland l’azionista di minoranza e impresario musicale Bill Graham immagina :”Chiameremo Linda Ronstadt a cantare l’inno nazionale ed io l’accompagnerò con la fisarmonica”. Frank Barsalona, uno dei migliori scopritori di talenti rock e portavoce dei Fury dice a tal proposito :”Il soccer è lo sport che può maggiormente coinvolgere chi ascolta rock, le fasce di età sono le stesse, dai 14 ai 35 anni, ma non faremo suonare musicisti tra il primo e il secondo tempo o cose del genere, gli affari sono affari. Ad esempio la squadra di New England è di proprietà della Lipton ma non per questo distribuiranno bustine di the o altro”.
Ma quando Rochester, una delle squadre col minor seguito della lega, gioca a Philadelphia a metà stagione e i Rolling Stones sono in tour lì vicino – tra le altre cose Peter Rodgers è tra i proprietari della squadra – allora Mick Jagger e soci potrebbero venire alla partita facendo così crescere le presenze, anche nel soccer gli affari sono affari gente.
Mentre il gioco veloce probabilmente manterrà vivo l’interesse nello sport nell’attesa dell’arrivo dei maggiori network televisivi, il soccer potrebbe farcela anche per un’altra ragione, perché è lo sport preferito dai giovani. John Brodie, ex quarterback dei 49ers e un altro ex giocatore di football, Ben Davidson, sono azionisti di minoranza degli Stompers. Brodie afferma :”Non riesco a portare mio figlio ad una partita di football ma non se ne perde una di soccer. Conosce le tattiche, i giocatori, i movimenti, nello stesso modo in cui io mi appassionavo del football alla sua età, volevo farne parte quando questo sport era giovane e vitale”.
Giovane e vitale. Oggi allenamento primaverile e rock star, domani? La televisione e il mondo.