Il prologo della nascita del soccer professionista negli USA è da ricercarsi in questo articolo di Martin Kane pubblicato da Sports Illustrated il 27 marzo 1967. Già allora si evidenziano le divisioni e gli scismi che hanno fatto tristemente parte della storia del soccer usa spesso minandone la crescita e che purtroppo sono ancora molto visibili nelle divisioni minori.
In questo articolo, vista anche la situazione di ottimismo ed espansione economica degli anni ’60 si da quasi per scontata la riuscita di questo sport a livello professionistico quell’anno affidata non a una ma a ben due leghe pro soccer che alla fine di quella disastrosa stagione si fonderanno dando vita alla North American Soccer League. La strada per arrivare a livello dei cosiddetti ‘Big Four’ sarà ancora lunga e tortuosa, ma questo articolo rimane testimone del big bang che inizierà la storia del pro soccer negli USA.
MLS: Come tutto cominciò
THE TRUE FOOTBALL GETS ITS BIG CHANCE
Soldi da milionari ed esposizione televisiva da allo sport più popolare al mondo la sua prima opportunità di conquistare il cuore degli sportivi americani. A partire dal prossimo mese gli Stati Uniti vedranno per la prima volta, promosso nella giusta maniera, il calcio in tutta la sua meravigliosa e drammatica azione.
Vittima delle circostanze e dell’inventiva degli americani, il gioco del calcio, egemone nel resto del mondo, non è mai stato popolare negli Stati Uniti. Introdotto nel 1830, la sua sfortuna è incominciata dopo la guerra civile.
Quando lo “sport straniero” stava cominciando a svilupparsi in modo organizzato, incappò in quello che venne successivamente chiamato “Indifferenza di Harward”. In quello stesso periodo il baseball stava diventando una passione (la prima lega professionista fu fondata nel 1871 e “Casey and the bat” fu scritto nel 1888), il basket stava per essere inventato (1891) e, cosa più importante, il “football universitario” era nato perché ad Harward (nel 1873), decisero di scegliere il proprio “Sport di Boston” invece del calcio. L’anno successivo Harward rifiutò l’invito a partecipare ad una riunione tra le università più importanti dove Yale, Columbia, Princeton e Rutgers avrebbero formato la federazione intercollegiale di football (ora soccer). Se Harward avesse partecipato il football sarebbe stato il principale sport universitario a il football americano sarebbe rimasto sepolto sotto un elmetto nel cortile dell’Università di Harward. Ma gli uomini di Cambridge continuarono per la loro strada e il calcio perse la sua grande occasione. Lo “Sport di Boston” era il rugby dal quale nacque poi il football americano.
Un secolo dopo: la grande scommessa sul soccer
Ora, quasi un secolo più tardi, alcuni uomini d’affari ricchi, influenti, avventurosi e convincenti e per la maggior parte esperti nella promozione degli sport, hanno deciso che se il calcio appassiona e addirittura fa impazzire popoli così diversi tra loro come britannici e lettoni, brasiliani e tedeschi, africani e boeri, allora può essere uno sport che può catturare l’attenzione degli americani.
All’inizio della scorsa estate questi uomini hanno deciso di investire milioni e milioni per un certo numero di anni per verificare l’esattezza della loro idea. Così in Aprile due leghe calcistiche professionistiche, la United Soccer Association (che avrebbe dovuto chiamarsi in origine North American Soccer League) e la National Professional Soccer League, trasformeranno i diamanti del baseball in campi di calcio, cercando di attrarre folle di spettatori ad uno sport di cui ancora gli americani sanno pochissimo e del quale non gli importa.
Se questi imprenditori avranno ragione, il calcio diventerebbe qualcosa di più di uno sport giocato in piccoli club di origine etnica sparsi in tutto il paese, o da scuole superiori ed università con limitata disponibilità economica, perché l’equipaggiamento per il calcio costa poco (fu così all’inizio che il baseball si fede strada), e gli investitori delle due leghe guadagnerebbero milioni. Il valore delle loro franchigie crescerebbe, come è accaduto negli altri sport, e gli incassi al botteghino fornirebbero guadagni formidabili. Se invece si sono sbagliati, vedranno come recuperare le perdite.
il grande sogno di una unica grande lega del soccer
All’inizio della scorsa estate, quando l’idea cominciava a prendere forma, si era detto che ci sarebbero state non due leghe ma una lega sola, e che non si sarebbe cominciato a giocare prima dell’estate del 1968 dopo un’attenta preparazione. Nacquero invece differenze di opinione divenute poi contrasti molto aspri dei quali i portavoce delle due leghe hanno dato solo alcune vaghe spiegazioni, ed è avvenuto lo scisma.
La United Soccer Association, che include tra gli altri impresari del calibro di Gabe Paul, Lamar Hunt, Bill Ford, Roy Hofheinz e Jack Kent Cooke, ha dichiarato di aver rifiutato un’offerta televisiva dalla CBS, che è stato invece accettato dalla NPSL, che prevede dieci anni di trasmissione delle partite per un milione di dollari il primo anno con una percentuale a salire per gli anni seguenti. La CBS ha anche il diritto di interrompere il tutto in qualsiasi momento. (‘E’ un contratto unilaterale’ spiega un investitore della USA ‘nel quale la CBS decide tutto. Da quel che leggo non hanno l’obbligo di trasmettere nessuna partita’).
La CBS fiuta l’affare ‘soccer’ ed investe massivamente sul calcio USA
La CBS smentisce ma ammette di averne discusso con i dirigenti della USA ma che hanno invece scelto la NPSL, perché si era portata molto più in avanti nella scelta di allenatori, giocatori e stadi. Ad ogni modo, la NPSL, che include tra i propri investitori alcuni grandi nomi del football americano come Dan Reeves, John Rooney e Bill Bidwill e del baseball come William Bartholomay di Atlanta e Jerry Hoffberger di Baltimora, ha ottenuto il contratto segnando un punto a spese dei rivali organizzando il proprio campionato per il 1967. La USA a quel punto ha dovuto, con poco tempo a disposizione, assumere squadre straniere a propria rappresentanza nel suo campionato invece di cominciare, come in origine pianificato, l’anno successivo.
L’intera faccenda ha assunto tratti caotici e i moderati di entrambe le fazioni hanno considerato i vantaggi di una riconciliazione. Alcuni, come lo schietto Hoffberger, proprietario degli Orioles e della franchigia di Baltimora, dichiara che un riavvicinamento è imperativo se si vuole che il calcio ce la faccia. Anche se al momento una riconciliazione sembra lontana, non dobbiamo dimenticare che anche NFL e AFL dopo un po’ cominciarono a dialogare.
Caos tra le leghe del soccer: la soluzione per una superlega sembra lontana, ma la passione per il calcio è inaspettatamente crescente
Nonostante la scissione, c’è ottimismo ed eccitazione da ambo le parti, partendo dal fatto che il calcio è nella sua essenza uno splendido sport e che prima di ora non aveva avuto a disposizione tali investimenti per una dovuta promozione e presentazione al pubblico americano. L’ottimismo è aumentato la finale di Coppa del Mondo tra Inghilterra e Germania Ovest, le World Series del calcio, è stata trasmessa in diretta via satellite lo scorso luglio ed è stata vista da quattrocento milioni di spettatori in tutto il mondo, dieci milioni negli Stati Uniti.
Questo prova che gli americani guarderanno il calcio in TV, perlomeno gratis. E l’affluenza al botteghino in certe recenti amichevoli dimostra che pagheranno per vedere del buon calcio. Una partita tra Brasile ed Argentina a Los Angeles lo scorso Gennaio ha registrato 29205 paganti. Santos – Milan giocata allo Yankee Stadium è stata vista da 41598 spettatori, attuale record negli Usa. Benfica Lisbona – Santos al Downing Stadium di New York ha attratto 28000 spettatori la scorsa estate, creando significativi ingorghi sul Triborough Bridge.
Vari proprietari in entrambe le leghe danno differenti stime su quante persone bisogna portare allo stadio per generare utili, ma in generale sono concordi su una media di 12000 spettatori a partita.
‘La formula per il successo nel calcio’ dice John Allyn che insieme al fratello Arthur è proprietario dei Chicago White Sox e dei Chicago Mustangs nella USA, ‘è la stessa del football americano: un numero limitato di partite alla volta dove un numero massimo di spettatori può accedere. Questa è la ragione principale, secondo me, perché il football americano riempie gli stadi ogni domenica. Ovviamente bisogna offrire qualità. Se il campionato di baseball avesse solo venti partite all’anno farebbe ogni domenica il tutto esaurito, ma i costi sono diventati talmente alti che è impossibile un campionato di sole venti partite’
Ci vorrà molta pubblicità e promozione per portare anche 12000 spettatori fuori dal salotto allo stadio, ma ora, per la prima volta, il calcio in America avrà questa possibilità. Riguardo la promozione di questo sport, il calcio in America era portato avanti dalla povera USSFA (United States Soccer Football Association) che, operando con un budget risicato di appena 75000 dollari (dicono alcune fonti anche meno) è la federazione che regola lo sport amatoriale e professionista negli Usa con un personale molto ridotto. I dirigenti della USSFA non hanno potuto fare praticamente nulla con tasse di registrazione di 40 centesimi all’anno per una squadra amatoriale e 10 centesimi per quelle giovanili (fino ai 18 anni).
Il gioco delle federazioni statunitensi rischia di far saltare il grande progetto ‘soccer’
Ora invece la USSFA è diventata improvvisamente ricca. Ha dato alla USA il riconoscimento internazionale da parte della FIFA (Fédération Internationale de Football Association), la federazione mondiale che governa questo sport, della quale la USSFA è membro, in cambio del riconoscimento la USA si è accordata per una tassa di 25000 dollari a franchigia, più un 4% anno sulle entrate al botteghino e il 10% su un eventuale contratto televisivo. Nelle isole britanniche una squadra paga 29 dollari all’anno ed è riconosciuta dalla FIFA, ma in Inghilterra non c’è bisogno di promuovere il calcio, negli Usa invece sì.
‘Quei 25000 dollari’ spiega John Allyn ‘ci torneranno indietro nel consolidamento di questo sport. Da un punto di vista finanziario per noi 25000 dollari non sono nulla, ma per la USSFA significa dai 250000 ai 500000 dollari l’anno’.
All’inizio e probabilmente per molto tempo ancora, quasi tutti i calciatori saranno stranieri, jugoslavi, britannici, italiani, latinoamericani e via dicendo. Non ci sono ancora abbastanza giocatori americani per per completare una squadra. E’ una situazione poliglotta ed ha portato dei problemi. Come faranno calciatori ed allenatori che parlano linguaggi diversi a comunicare tra loro? Bene, la NPSL sta mandando giocatori ed allenatori a scuola di inglese presso la Berlitz. Un vocabolario di settecento parole è considerato sufficiente per allenare, giocare e discutere col direttore di gara.
Far firmare contratti ai giocatori non è stata una cosa semplice, visto che la FIFA non riconosce la NPSL. E’ stata promulgata la minaccia di espulsione per qualsiasi giocatore che si lasci tentare da quella lega. Nei fatti Sir Stanley Rous, presidente della FIFA, ha dichiarato che l’unico paese che può acquistare giocatori senza seguire le regole della FIFA è la Cina comunista.
FIFA mette il bastone tra le ruote per la nascita del ‘soccer’
‘La lega ribelle (NPSL)’ sostiene Sir Stanley ‘deve capire che è mio dovere avere a che fare con le federazioni nazionali e non con leghe o singoli individui. Ho fatto del mio meglio per far sì che loro si unissero alla USSFA. LA USSFA mi ha riferito che hanno fatto svariati tentativi per far sì che la lega ribelle rientrasse nei ranghi ma le loro proposte sono state rigettate, sembra che non vogliano conformarsi ai regolamenti’.
Denis Follows, segretario della federcalcio inglese, ha dichiarato ‘Questi signori sono ora dei fuorilegge. Ogni contrattazione con loro può portare alla sospensione permanente. Ogni giocatore che va laggiù (negli Usa) deve farlo conoscendo appieno le possibili conseguenze’. Il forte avvertimento di Follows è stato diffuso dal sindacato dei calciatori inglesi, la Professional Footballers’ Association. La federcalcio svizzera ha annunciato che allenatori e giocatori che firmano con la NPSL non potranno più giocare nei loro paesi.
Kaczmarek il vero Cristoforo Colombo del soccer americano
Ma in nessun posto in Europa si è registrata un’indignazione verso i “Banditi americani” come in Germania, dove all’inizio la notizia che il calcio professionista era finalmente arrivato negli Usa era stata accolta con grande gioia, ma all’arrivo di Al Kaczmaerk, americano nato in Germania reclutatore per conto della NPSL, la percezione è cambiata drasticamente e il rispettabile quotidiano di Monaco Suddeutsche Zeitung ha titolato in prima pagina “I fuorilegge del calcio all’opera” (Soccer gangsters at work)
La tecnica di reclutamento di Kaczmarek ricorda moltissimo quelle usate fino ad ora da NFL ed AFL per mettere sotto contratto i giocatori di football provenienti dai college, affittando suites nei grandi alberghi. Kaczmarek si è incontrato coi giocatori segretamente.
‘Li abbiamo avvertiti’ spiega ‘di non rendere nulla pubblico né alla stampa né alle proprie squadre. Non volevamo creare loro problemi. Ho mostrato loro foto del Soldier Field e dello stadio di Atlanta, gli ho raccontato dell’America, dove possono trovare un miglior paese dove vivere meglio e con gente migliore. Gli abbiamo detto che avrebbero potuto accedere all’Università e che avrebbero avuto i trasporti pagati. In media abbiamo offerto loro salari di 25000 dollari’.
Quell’ ‘in media’ è da prendere con le molle. Alcuni giocatori hanno firmato per appena 7000 dollari e molti proprietari della NPSL ha descritto la media salariale sui 10000 dollari. All’inizio c’era un tacito accordo tra i proprietari per tenere la media salariale sui 200000 dollari annui ma si è poi scoperto che poteva essere illegale viste le restrizioni dell’antitrust ed uno degli investitori ha reso noto che “una volta cominciate le contrattazioni è diventato impossibile da mantenere”.
I contratti contano, soprattutto per le cifre che un calciatore può guadagnare
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La riluttanza della NPSL ad unirsi alla USSFA e di conseguenza alla FIFA potrebbe essere scaturita dai costi molto alti per acquistare i calciatori seguendo le regole FIFA. Le clausole rescissorie per acquistare giocatori di fama internazionale possono essere esorbitanti. Ad esempio Luis Suarez, giocatore spagnolo in forza all’Inter, guadagna qualcosa come 42000 dollari all’anno più i diritti pubblicitari. Quando fu acquistato dal Barcellona, la clausola era salita a 397000 dollari. Il record mondiale è stato battuto dalla Roma nel 1963 acquistando Angelo Sormani nel 1963.
La NPSL ha messo la mano al portafoglio per cifre modeste, ma ha principalmente messo sotto contratto vecchi giocatori a fine contratto o giovani che non verrebbero acquistati solitamente da una squadra straniera. Ci sono stati episodi nei quali nozioni esagerate sulla ricchezza americana hanno portato a contrattazioni assurde.
Una squadra messicana aveva offerto ad una squadra americana il proprio miglior giocatore a 45000 dollari. Gli americani con educazione hanno rifiutato, ma hanno chiesto per curiosità quanto sarebbe stato l’ingaggio dell’intera squadra, i messicani hanno pensato un attimo ed hanno risposto 5000000 dollari.
Quando Kaczmarek è tornato a casa poche settimane fa, lasciandosi dietro una scia di polemiche, ha portato con sé sessanta contratti di giocatori classificati dagli europei come seconde scelte. Di sicuro queste seconde scelte non saranno certo male come inizio, chiedere di più ad una squadra americana all’attuale stato delle cose sarebbe aspettarsi troppo. Di sicuro questi giocatori di seconda scelta sono molto meglio di ciò che si è visto fino ad ora in questo paese, e con gli anni, lavorando sulla crescita dei giocatori e allenatori, la situazione sicuramente migliorerà.
Il ‘soccer’ merita più visibilità per farlo crescere
Il fatto che il calcio sia raramente menzionato nelle pagine sportive, quando viene menzionato, fa pensare a molti che negli Usa nessuno pratichi questo sport. In verità al momento ci sono circa 2000 squadre scolastiche tra scuole medie e superiori, nell’ultima decade le squadre universitarie sono raddoppiate arrivando al numero di 500, ci sono 4500 giocatori nell’area di San Francisco, ci sono circa 223 squadre organizzate a Chicago e dintorni, a Los Angeles ce ne sono 164 e così via. Nessuna di queste squadre attira un pubblico numeroso, ma se è per questo nemmeno le squadre di baseball universitario.
Si è temuto all’inizio che gli americani, abituati a risultati con tanti punti segnati come football americano e basket non si entusiasmeranno per uno sport che spesso termina senza reti. Ma Dan Tana, lo slavo che ricopre la carica di general manager per la squadra NPSL di Los Angeles, sostiene che ‘Il calcio è proprio fatto su misura per gli appassionati di sport americani perché ha velocità, azione, durezza, bellezza, classe. Ha tutto’.
‘Un calciatore può fare con la palla al piede e la testa quello che un Harlem Globetrotter fa con un pallone da basket’
afferma Tana, concludendo: ‘Alle stesse condizioni un giocatore di baseball o di football resisterebbe solo dieci minuti su un campo di calcio’. Riguardo le poche reti segnate nel calcio Tana risponde ricordando quante volte migliaia di spettatori hanno affollato i diamanti di baseball per vedere Sandy Koufax lasciare i rivali a zero punti.
‘Il calcio rovinerà gli altri sport USA’
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Ci sono state anche proteste che il calcio rovinerà i campi di gioco e li renderà impraticabili per il baseball, questo è da vedere. La scarpa da calcio, a forma di tronco di cono e profonda solo tre quarti di pollice, sembrerebbe molto meno distruttiva per il tappeto erboso rispetto alla scarpa usata nel football, e l’azione nel calcio non è così concentrata.
In uno studio intrapreso per il comitato olimpico statunitense dopo le Olimpiadi del 1964, Arthur D. Little, incaricato dall’Università di Cambridge nel Massachussets, ha riportato ostacoli alla diffusione del calcio ‘A livello secondario e di scuole elementari ci sono pressioni di autorità scolastiche ed altre entità preoccupate riguardo una potenziale competizione che potrebbe sorgere col football americano’. Ma il rapporto sottolinea; ‘il calcio non attrae numerose folle di spettatori, ma dà l’opportunità a chi è stato escluso dai programmi sportivi per via del peso o dell’altezza’.
Il calcio non richiede due metri di altezza o 100 kg di peso, il calcio richiede l’agilità che ci si aspetta da ogni atleta che sia ben allenato e la resistenza che oggigiorno viene richiesta soprattutto a pugili, nuotatori, lottatori dilettanti e corridori.
Inoltre il ‘soccer’ viene giocato in due tempi di 45 minuti senza interruzioni, richiede esperienza nell’avere a che fare con un pallone rotondo che può essere apprezzata a fondo solo da chi conosce la differenza tra una presa nell’interno coscia ed un calcio al volo, non molti americani la sanno.
D’altra parte non molti americani conoscono bene le regole del football o del baseball anche se fingono di conoscerlo alla perfezione, pochi di noi conoscono così bene questi sport da saper contestare una chiamate di Casey Stengel o Bear Bryant. Lo facciamo comunque, e ci divertiamo a farlo’.
Gli Stati Uniti saranno pronti per il ‘soccer’ viste le grandi diversità climatiche del paese?
Cosa potrebbe danneggiare il campionato è soprattutto la stagione in cui si giocherà. In buona parte del mondo è considerato uno sport invernale. E’ dura pensare come faranno i calciatori a mantenere la velocità di gioco per novanta minuti nei novanta grandi dell’umida mezza estate di St Louis, New York o Chicago. Le squadre che la United Soccer Association importerà avranno appena finito i loro rispettivi campionati, saranno capaci di giocare allo stesso livello durante la calda stagione estiva?
La condizione dei campi da gioco sarà un fattore importante. Giocato altrove nella stagione piovosa, il calcio è al suo meglio perché sul campo umido un moderato rimbalzo del pallone crea le azioni migliori.
I campi da calcio non dovrebbero essere secchi fino all’osso come spesso i campi da baseball sono durante la stagione estiva nell’afa di Luglio e Agosto.
Anche così il calcio sta per avere negli Usa la sua più grande opportunità. Se coloro che gestiscono questo sport che sta fiorendo ora in questo paese avranno il buon senso, l’interesse e la capacità di dare al calcio il posto che gli compete, potremmo presto avere la possibilità di un riconoscimento internazionale in uno sport che per coincidenze accidentali abbiamo lasciato perdere.
Come dice W.B. Cutler, vice presidente dei Chicago Spurs della NPSL: ‘Il calcio è come era la vodka dieci anni fa, bisogna abituare la gente’.
MARCH 27, 1967
testo dell’articolo di MARTIN KANE (traduzione a cura di Dario Torrente)