Storia della Perla Nera e della sua avventura nordamericana
Eusebio NASL – Oggi, il calciatore portoghese per eccellenza è per tutti Cristiano Ronaldo. Anche prima di CR7, però, la nazione iberica ha potuto vantare alcuni dei più grandi giocatori della storia: Eusébio da Silva Ferreira su tutti.
Chi era Eusébio
Eusébio, come è universalmente conosciuto, è stato uno degli attaccanti più forti e prolifici di sempre. Potente, agile, veloce, tecnico e acrobatico, era soprattutto dotato di un tiro micidiale: potente e preciso con entrambi i piedi (specialmente con il sinistro). Queste doti gli permettevano di essere praticamente immarcabile e, soprattutto, un finalizzatore implacabile, capace di segnare, secondo le stime ufficiali, 623 goal in 639 gare ufficiali: una media di reti a partita da top assoluto quale era.
Tra futebol e soccer: Eusebio, dal Mozambico alla NASL
Negli anni ’60 e ’70, è stato soprattutto una leggenda del Benfica e della seleção verde-rossa, ma ha anche giocato, per tre stagioni, nella NASL nordamericana, proprio nel periodo in cui questa stava raggiungendo il suo massimo splendore, alla fine degli anni ’70. Nel Nuovo Continente, tra l’altro, Eusébio ha anche vinto un campionato, ma, nonostante ciò, la sua parentesi americana non è stata certo all’altezza del resto della sua carriera. Per questo motivo, quando si parla dei grandi campioni della storia della NASL, spesso ci si dimentica di lui, che invece merita comunque di essere ricordato, per comprendere meglio il soccer di quei tempi: un fenomeno che stava attraversando una crescita esagerata, alimentata dall’arrivo di diverse stelle mondiali strapagate, e non tutte ( Eusébio compreso) con ancora molto da dare sul campo, e che avrebbe portato presto al collasso del sistema. Per questa ragione, la storia del campione portoghese merita di essere raccontata.
La storia di Eusébio
Nato nel 1942 nel Mozambico dominato dal Portogallo di Salazar, Eusébio è cresciuto in condizioni di estrema povertà, rimanendo presto orfano del padre, che giocava a calcio in uno dei migliori club del Paese africano.
Gli esordi in Mozambico e il mancato approdo in Italia
Ha iniziato a giocare a calcio da bambino con gli amici, con palle e campi di fortuna, praticando al contempo l’atletica leggera, altro disciplina per cui era portato, soprattutto sulle brevi distanze.
La sua prima squadra ufficiale è stato un club locale affiliato allo Sporting Lisbona, anche se lui preferiva il Benfica, dove giocava il suo idolo Mario Coluña. La società mozambicana affiliata alle Aquile, la squadra più vicina al regime dittatoriale portoghese, lo ha rifiutato in quanto nero.
Già da giovanissimo, in patria, segnava a raffica, facendo capire a tutti che era dotato di un grandissimo potenziale, e attirando così l’interesse di diverse squadre europee.
Inizialmente è stato proposto in Italia, ma la madre ha fatto saltare il passaggio alla Juventus, opponendosi a un trasferimento all’estero.
Trasferimento al Benfica
Il suo talento, però, non poteva continuare a passare sotto traccia e così, quando Carlos Bauer, ex centromediano del Brasile ai Mondiali del 1950 e del 1954, è arrivato in Mozambico per una tournée con la squadra che allenava, lo ha subito segnalato a Bela Guttman, tecnico del Benfica. Questi, convinto ed entusiasta, ha spinto il club biancorosso ad acquistarlo, strappandolo, con il placet della Federcalcio portoghese, allo Sporting Lisbona, che ne rivendicava i diritti.
Eusébio leggenda
Il matrimonio tra Águias e Eusébio , iniziato nel 1960, è stato quanto di meglio potesse capitare a tutte e due le parti. Con la compagine di Lisbona, infatti, l’attaccante mozambicano ha segnato oltre 300 gol in 15 stagioni, mantenendo una media di oltre una rete segnata a gara. Durante questo periodo, soprattutto, la Perla Nera, come è stato soprannominato a partire dai mondiali 1966, con le sue realizzazioni, ha contribuito in maniera decisiva alla conquista di 11 campionati, 5 coppe nazionali e della Coppa dei Campioni 1961-1962 (la seconda consecutiva per il club lusitano). Nel 1965, tra l’altro, ha vinto il Pallone d’Oro, mentre l’anno successivo ha guidato la nazionale portoghese al terzo posto a Inghilterra ’66 (miglior risultato di sempre in una Coppa del Mondo per il Portogallo), laureandosi anche capocannoniere del torneo, con 9 reti in 6 partite. Nel 1968 e nel 1973, poi, ha ottenuto anche la Scarpa d’Oro, come miglior marcatore di tutti i campionati Europei.
Eusebio nella NASL
Nel 1975, infine, acciaccato per l’età e il dolore al ginocchio sinistro, ha deciso di terminare la propria carriera europea, per andare a svernare (lui sì, a differenza di tanti altri, come Pelé, Best e Chinaglia) in Nord America.
Boston Minutemen
L’avventura di Eusebio nel nuovo mondo è partita da Boston, dove ha giocato mezza stagione nella NASL con i Minutemen, segnando 2 gol in 7 partite.
Toronto Metros-Croatia
Nella seconda parte dell’anno, con la franchigia del Massachusetts che andava verso lo scioglimento, la Pantera Nera si è trasferita in Messico, al Monterrey, per poi fare ritorno nel soccer, questa volta in Canada, con i Toronto Metros-Croatia, all’inizio del campionato successivo. Quella in Ontario è stata la parentesi più positiva dell’esperienza americana di Eusébio, con 16 gol in 21 partite, compreso quello nella finale del Soccer Bowl ’76, vinta 3-0 contro i Minnesota Kicks.
Las Vegas Quicksilvers
Dopo il titolo conquistato, l’asso mozambicano ha fatto ritorno in Portogallo, dove però ha ottenuto una retrocessione in seconda divisione con il Beira-Mar. All’inizio del 1977, quindi, è subito tornato in NASL, ai Las Vegas Quicksilvers, dove, però, si è reso protagonista di una stagione deludente, caratterizzata da due reti soltanto.
Ritorno in Portogallo e addio al calcio a 11
Era ormai sul viale del tramonto, tanto che si sarebbe ritirato dal calcio a 11 soltanto qualche mese più tardi, dopo appena una manciata di apparizioni con la maglia di un club delle serie minori portoghesi.
New Jersey Americans
L’ultima stagione della sua carriera, infatti, l’ha giocata, nel 1979, nel campionato indoor statunitense, segnando 2 gol in 9 presenze con i New Jersey Americans.
Dal ritiro alla morte
Dopo il ritiro, nel 1979, ha fatto parte del comitato tecnico della nazionale portoghese e del Benfica, che gli ha anche dedicato una statua all’esterno dell’Estadio da Luz in occasione del suo cinquantesimo compleanno.
Colpito da un ictus nel 2012, è mancato nel 2014, a 72 anni, a causa di un infarto, e la sua morte è stata seguita da tre giorni di lutto nazionale in Portogallo.
Cosa è stato Eusébio
Eusebio è stato un simbolo del Portogallo e una delle due facce della medaglia della NASL
Eusébio è stato uno degli attaccanti più forti della storia del calcio, e sicuramente il più grande di sempre fra i calciatori nati in Africa. In Portogallo, poi, è stato una leggenda e un simbolo, oltre che calcistico, di lotta al razzismo.
La sua influenza sul soccer nordamericano, però, non è stata ugualmente importante, e per questo il suo passato in NASL viene spesso dimenticato.
Per capire bene il fenomeno della NASL, però, oltre ai campioni che si sono distinti per il loro impegno nel far crescere il movimento, bisogna segnalare anche le stelle internazionali che si sono trasferite oltreoceano più per andare a caccia di soldi e di tranquillità, che non con l’intenzione di giocare a calcio.
Per questo motivo, la storia di Eusébio andava raccontata.