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L’avventura di Pelé nella NASL

di Nicolò
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Il 23 ottobre è una data importante per il mondo del calcio. Si tratta infatti dell’anniversario della nascita di Pelé, o Rei, universalmente riconosciuto come il più grande praticante di tutti i tempi di questo sport.

Le sue gesta e le imprese compiute con le maglie del Santos e della nazionale brasiliana sono celeberrime. Nel giorno del suo ottantesimo compleanno, però, noi vogliamo ricordare del suo trascorso negli Stati Uniti, che proprio grazie alla Perla Nera si sono avvicinati al gioco in maniera decisiva al soccer.

80 anni di Pelé: la sua avventura negli States

Nel 1974 , l’attaccante brasiliano decide di ritirarsi, ma un anno più tardi gli arriva un’offerta davvero irrinunciabile da parte dei New York Cosmos . I cinque milioni all’anno che riceve dalla società statunitense, infatti, sono più di quanto abbia guadagnato nel corso di tutta la sua carriera precedente, e lo rendono lo sportivo più pagato del pianeta.

L’affare, così, si fa, anche grazie al benestare del regime brasiliano: l’avventura americana di Pelé inizia nel 1975.

I Cosmos sono convinti che l’ingaggio del più forte di sempre segnerà una svolta per il club, sia dal punto di vista sportivo sia da quello economico: O’ Rei porterà trofei e riempirà gli stadi, portando grossi introiti nelle casse della società.

Pelé nella NASL: i risultati sportivi

Il primo obiettivo, in realtà, è raggiunto solo in parte.

Le prestazioni della stella sudamericana, sia chiaro, non sono al di sotto delle aspettative: presentatosi con un gol in rovesciata in allenamento, prosegue trovando un gol e un assist alla prima partita giocata dai biancoverdi, un’amichevole contro i Dallas Tornado. Segna poi 37 reti in 64 gare fra il ’75 e il ’77, venendo inserito, in tutte e tre le stagioni di militanza, nell’All-Star Team della NASL, di cui fu nominato anche MVP nel 1976.

Il titolo NASL del ’77

Nonostante le grandi prestazioni di Pelé e la composizione di un roster stellare, formato anche da Carlos Alberto, Franz Beckenbauer e Giorgio Chinaglia, l’unico titolo vinto dei newyorkesi nell’era della Perla Nera è quello del 1977, l’ultima stagione della carriera del Re del calcio.

Oltretutto, quella per 2-1 contro i Seattle Sounders (con gol decisivo di Chinaglia) non è una vittoria facile, ma i calciatori dei Cosmos danno tutto quello che hanno per regalare il Soccer Bowl al loro compagno, nel giorno della sua ultima partita ufficiale.

“Se non avessimo vinto quella partita, se Pelè non avesse lasciato il calcio da campione, non ci saremmo più potuti guardare allo specchio per il resto della vita.”

Queste sono le parole dell’allora portiere dei Cosmos Shep Messing.

Il video integrale della finale della NASL 1977

Pelé nella NASL: una calamita per gli spettatori

Il secondo obiettivo, invece, è ampiamente raggiunto. La funzione di calamita per gli spettatori, infatti, è svolta alla perfezione dal brasiliano, grazie al quale la media degli spettatori delle partite dei newyorkesi aumenta esponenzialmente.

Infatti, se nel 1974 i Cosmos erano seguiti a ogni gara da circa 3500 tifosi, questi diventano oltre 10000  nel 1975, più di 18000 nel 1976 e quasi 35000 nel 1977.

L’ultima partita di Pelé

Il picco di spettatori, però, si ha nell’amichevole fra New York Cosmos e Santos, organizzata come passerella di addio al calcio di Pelé, che gioca il primo tempo con gli americani – segnando anche un gol – e il secondo con i brasiliani. Alla partita, terminata 2-1 per New York, assistono circa 77000 persone, che al fischio finale scoppiano in uno scroscio di applausi per O’ Rei, sollevato e portato in trionfo dai compagni di squadra.

Dopo il ritiro della Perla Nera, la sua eredità nella NASL è raccolta da Johan Cruijff.

In questi due campioni va ricercata la principale ragione dell’avvicinamento al calcio degli americani.

La MLS grazie a Pelé

Grazie a loro, inoltre, la NASL riuscì a crescere in fretta, anche troppo: la crescita esponenziale del campionato portò infatti molti imprenditori a investire cifre esagerate nella lega, fino a for scoppiare la bolla e portarla al fallimento.

Negli States, però, soprattutto grazie al lavoro di Pelé e Cruijff, la passione per il soccer era ormai troppo grande per non avere un campionato di buon livello e, dopo quasi quindici anni di astinenza, nel 1996 si arrivò alla fondazione dell’attuale MLS.

Logo MLS Magazine ItaliaQuindi, se oggi noi passiamo a notti insonni a emozionarci per le giocate di Lodeiro e Pozuelo, lo dobbiamo in gran parte a O’ Rei Pelé, che oggi compie 80 anni.

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